Verdissimo e lussureggiante, il Costa Rica, fu retroterra strategico degli Ortega nella preparazione della rivoluzione sandinista.
Ticos e
nicas vivono una sorta di odio-amore tipico dei paesi indissolubilmente legati (in questo caso l’indissolubilità è data dal Rio San Juan, nel caso Perù-Bolivia, dal grande lago, e si sprecano le barzellette del peruviano che "amando fraternamente" il vicino, decide di tenersi per sé il Titi lasciando in regalo al boliviano …il resto).
Il mio anfitrione fu Willy, Luciano Rizzolari, esponente del PCI, fu sindacalista e poi assessore in una città piemontese e dopo, per il resto della sua vita, scrupoloso cooperante in America latina. Con lui visitaii dirigenti del partito Liberacion nacional, la locale forza socialdemocratica, il cui esponente di spicco era Oscar Arias, più volte Presidente della Repubblica. Lunghe riunioni con Rolando Araya, allora dirigente di LN (e poi Presidente del Comitato latinoamericano della IS), e con altri loro esponenti: luce verde per il nostro ingresso…
In una secondo viaggio, sempre insieme a Willy, incontrai anche il Partido del progreso, e Pueblo unido. Ancora Rolando Araya, nelle vesti di intellettuale della politica. Ed anche Walter Coto, sempre di Liberacion nacional, che mi spiega come, dopo la bancarotta operata dai governi socialcristiani dell’USC, il PLN era stato "costretto” ad accettare le ricette di aggiustamento strutturale (privatizzazioni) imposte dal FMI.